Il Tè, una o cento bevande?

Un’indagine demoscopica condotta vari anni fa constatò che gli italiani bevevano il tè, quasi esclusivamente tè nero, solo d’inverno o quando non stavano molto bene in salute. Fortunatamente oggi la situazione è migliorata, ed è possibile trovare molti tipi di tè nei negozi specializzati o al supermercato. Il tè verde, ad esempio, è oggi abbastanza diffuso e conosciuto grazie alle sue proprietà salutari. La differenza fra queste due tipologie, tè nero e tè verde, è talmente marcata che persino Linneo, quando si trovò a doverle classificare, pensò che appartenessero a due diverse specie botaniche, cosa non vera.


I vari tipi di tè invece si distinguono soprattutto in base al processo produttivo, che può conservare le note fresche e vegetali come nel tè verde o oppure generare nuovi sapori ed aromi.
Recentemente stanno aumentando, anche in Italia, gli appassionati di questa bevanda che apprezzano anche tipologie particolari come gli Oolong, i tè bianchi, i tè Pu-erh (o tè postfermentato), i tè gialli, giusto per citare solo alcuni tra i più importanti.

 

 

Tè Oolong


Il tè si distingue dalle altre bevande come la birra o il vino perché offre la possibilità di adattarlo al proprio gusto personale, modificando la quantità di foglie utilizzate, la temperatura dell’acqua e la durata dell’infusione. Il momento stesso della preparazione può essere fonte di grande soddisfazione perché può anche essere occasione di relax, reso più intrigante dall’utilizzo di tazze e teiere di buona fattura. Non è però necessario utilizzare ceramiche eleganti: ad esempio il servizio da tè del Gong Fu Cha (cerimonia del tè cinese), prevede l’utilizzo di teiera e tazzine in semplice terracotta.
Il tè ha inoltre la straordinaria capacità di entrare nelle varie società adattandosi agli usi e costumi locali. In occidente si preferisce consumarlo con zucchero e limone (Italia) o con il latte e zucchero (Paesi anglosassoni). In oriente si consuma prevalentemente il tè verde, con l’infusione delle foglie direttamente nella tazza (Gaiwan), o può essere preparato seguendo i codici del Gong Fu Cha.

Tè verde giapponese

Quest’ultimo è un modo molto più formale di preparare il tè, che prevede l’utilizzo di una piccola teiera, di piccole tazzine e richiede una notevole maestria per manovrarle con la necessaria eleganza e leggerezza. In Giappone troviamo la cerimonia del tè (Cha No Yu), che sfiora la ritualità religiosa.

Tè verde marocchino

Il tè verde marocchino è sicuramente più noto da noi e viene servito versandolo con maestria da giocoliere: si tratta di un tè verde molto dolce, aromatizzato con foglie di menta. Sicuramente meno piacevole ai nostri palati è l’assaggio del tè tibetano, corretto con burro salato e dal sapore non propriamente gradevole di brodo ammuffito. Come ultima modalità, sapendo comunque che ne esistono molte altre (Masala Chai indiano, Tè somalo, ecc.), citiamo quello alla russa, che prevede l’utilizzo del Samovar: il tè, concentrato è sempre pronto, e viene diluito con acqua calda subito prima del consumo. I più tradizionalisti lo bevono, come consigliava Puskin, tenendo fra le labbra una zolletta di zucchero.

Samovar russo

Come abbiamo visto il tè si declina in molte diverse preparazioni, favorendo la socialità e riscaldando nei climi più rigidi, mostrando ogni volta colori e sapori differenti. Negli ultimi anni però la modalità di consumo più diffusa al mondo è diventata quella del tè freddo. Come si evolverà in futuro? Riuscirà ancora a sorprenderci?

Appuntamento alle prossime puntate per imparare a conoscere i vari tipi di tè.

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