Luppolo: le ragioni di un dominio

Dici “luppolo” e pensi immediatamente all’esplosione di aroma e amaro tipico di tipologie quali American Ipa, Neipa, Session Ipa e via dicando. È, questo riflesso automatico, lo specchio della percezione di ciò che oggi, in campo birrario, fa parte della normalità delle cose. Cose che, tuttavia, non sempre sono state così come le conosciamo: anzi, in particolare per quanto riguarda il ruolo esercitato dal tenace rampicante, quel che è normale oggi, non lo è stato l’altro ieri (se non proprio ieri). Perché diverse, nel corso del tempo, sono state le stesse motivazioni in virtù delle quali si è praticato l’impiego degli odorosi coni; con una scoperta graduale dei risultati ottenibili: prima in termini prevalentemente di mantenimento qualitativo del prodotto; poi in chiave di aumento del potenziale gustativo; e infine di accrescimento di quello aromatico. Tappe, queste, di un romanzo – quello, appunto, delle luppolature – la cui trama risulta articolata e avvincente: eccone una ricostruzione in questo approfondimento specifico.

Un luppoleto a piena maturazione, appena prima della raccolta

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