Vini e fiumi. La nobile Rheingau

Il fiume Reno scorre per più di 1200 chilometri, in buona parte bagnando i piedi a vigneti, in direzione sud-nord, dalle montagne Svizzere fino alla foce in Olanda. Lungo questo viaggio solo in un punto il grande fiume devia dal suo percorso, per circa quaranta chilometri. Appena oltrepassata la città di Wiesbaden il Reno si prende una pausa e piega verso ovest, allargandosi pigramente per un ampiezza che supera il chilometro. Tanto basta per disegnare una delle più antiche e nobili regioni viticole mondiali, la Rheingau.

Rheingau

Qui si fa, o meglio si è fatta, la storia della civiltà enologica europea. Intanto, la Rheingau è la patria del Riesling, che si dice sia stato selezionato qui dagli ordini monastici, poco dopo l’anno mille. Se questo non bastasse per dare un’idea della tradizione enologica che qui è rivendicata senza alcuna falsa modestia, la Rheingau è stata, al pari della Borgogna, patria della salvezza (prima) e dello sviluppo (poi) della viticoltura lungo tutto il medioevo, grazie alla perseveranza degli ordini religiosi. Oggi le tracce di questo passato glorioso sono ancora ben visibili e rappresentano mete obbligate per chi volesse visitare la regione. Schloss Joannisbergh oggi è una affascinate tenuta vitivinicola in stile mitteleuropeo (ci torneremo sopra), ma le se fondamenta celano i resti di un monastero benedettino fondato nel 1100. A pochi chilometri di distanza in linea d’aria i monaci cistercensi fondavano l’Abbazia di Eberbach con l’annesso vigneto Steinberg, più di 30 ettari circondati da un alto muro, ancora in piedi. Il “derby” enologico tra i due ordini andò a beneficio di tutta la regione, portando un benessere diffuso nei villaggi viticoli, elevati a un rango superiore rispetto ai semplici borghi agricoli e dotati di una autonomia organizzativa e di un autogoverno impensabili altrove nel medioevo, comunità capaci di sperimentare forme di cooperazione agricola, ancora testimoniate dai torchi pubblici presenti in molte piazze.

Oggi la Rheingau vive di gloria riflessa dai fasti del passato, ma ha faticato a trovare una collocazione nel modo enologico moderno. I presupposti ci son tutti infatti, oltre alla indiscutibile qualità dei terroir presenti, la Rheingau è un po’ la “riviera” teutonica. Certamente nel Reno non si fa il bagno, ma dalla primavera all’autunno inoltrato i caratteristici paesi rivieraschi presentano un tripudio di locali caratteristici, dove si possono gustare vini e piatti locali, alternandoli a romantiche gite in battello sul fiume, fino alla rupe della Loreley, di Wagneriana memoria.

Anche la ricerca enologica ha qui uno o dei suoi centri più importanti a livello mondiale, nel villaggio di Geisenheim, assieme ad una scuola di formazione specializzata in viticoltura. Dove sta allora il problema, se di problema si può parlare? La Rheingau storicamente è nota per i vini dolci, in quanto il Reno ha da sempre favorito lo sviluppo di nebbie tra le dolci colline su cui si sviluppano le viti e, con le nebbie, l’attacco delle uve da parte della “muffa nobile”. Qui, precisamente a Schloss Joannisbergh, nacque il primo Riesling Spätlese, nel 1775, giacché i ritardi burocratici dell’epoca obbligarono i contadini a rimandare l’inizio della vendemmia, in attesa dell’approvazione dei chierici che stavano a Wiesbaden. La disperazione dei vignaioli nel raccogliere uve completamente ammuffite si tramutò in stupore, quando assaggiarono il risultato della fermentazione alcuni mesi dopo. Oggi tuttavia, qui come altrove, la produzione di grandi vini dolci trova un mercato piuttosto ristretto e le facili sirene del turismo rivierasco inducono diversi produttori a imbottigliare riesling “classici” (nel senso deteriore del termine), ovvero scialbi nel grado alcolico e smodatamente abboccati, per chi non sia avvezzo a indossare il calzino sotto al sandalo. Il presente, ed il futuro, dell’enologia di qualità della Rheingau è nei vini secchi, da uve raccolte in piena maturità, e vinificate per singolo vigneto, i GG di cui abbiamo già parlato nell’articolo sulla Mosella. Il Riesling della Rheingau ha un carattere del tutto originale: qui non troveremo gli aromi esotici della Mosella e la sua titillante acidità, ma un’ampiezza di struttura rara altrove, aromi complessi che evolvono dal frutto alla spezia, stupendi nella serena maturità che possono raggiungere dopo molti anni dalla vendemmia. Spesso vinificati in botte e con lunghi affinamenti in cantina, rappresentano una via originale al Riesling, che sulle prime può non impressionare, ma che merita cura nell’assaggio per comprendere le sfaccettature dei differenti terroir.

Vediamo dunque di percorrere questa terra risalendo il corso del Reno da ovest verso Est. All’estremità occidentale della Rheingau il panorama ricorda la Mosella, il fiume quasi pentendosi della deviazione, vira marcatamente verso nord, restringendosi tra alte pareti di ardesia, terrazzate di vigenti. Qui si producono eccellenti pinot nero, nel villaggio di Assmannshausen. Non è una moda recente, come in molte altre regioni tedesche: il pinot nero sulle ardesie del vigneto Höllenberg è l’unico vino rosso tedesco ad avere una fama radicata, antesignano di molte ottime bottiglie oggi prodotte laddove si sia imparato a domare l’esuberanza del rovere. Risalendo il fiume si torna subito a parlare di Riesling, sulle terrazze di Rüdesheim, torride d’estate tanto da non dare il meglio nelle annate più calde, dove producono vini pieni di forza e frutto.

Assmannshausen

A Geisenheim il panorama cambia, le ripide pareti si allungano in dolci colline, chiuse a nord dalla catena del Tanus a proteggere dai venti più freddi. Poco sopra al paese, impossibile non scorgere l’inconfondibile profilo di Schloss Joannisbergh. La tenuta oggi ha una  moderna cantina e un raffinato ristorante, dove le numerose etichette di Riesling (trascurabili le altre bottiglie) sono classificate con un sistema piuttosto complicato, che abbina alla maturità delle uve il colore della capsula, riprendendo tradizioni ottocentesche. Nulla di strano per una cantina che fu di proprietà del Conte Metternich, qualcosa piuttosto incomprensibile per il moderno bevitore, che si trova davanti a ben 11 differenti tipologie di Riesling. Come sono i vini? Buoni a patto di accettare di pagare anche la storia e la fama della tenuta, eccellenti nelle migliori espressioni, un misto di eleganza e forza, misteriosi nei primi anni, da attendere in un crescendo di salinità e opulenza. La capacità di invecchiamento è assicurata dalla imponente collezione storica conservata nella “Bibliotheca subterranea”, le cantine risalenti all’11° secolo.

Winkel, Mittelheim, Oestrich e Hattenheim sono i successivi villaggi vitivinicoli. Le ardesie lasciano definitivamente il posto a marne calcaree e quarzite, i vini ne guadagno in finezza e complessità, rinunciando alle note più varietali per una classe “borgognona”, soprattutto nei vigneti di più alta qualità. I più noti sono Doosberg e Marcobrun, che più di altri si agevolano dell’influsso del fiume, dal quale distano poche decine di metri. Erbach ospita nel suo comune, in una radura celata in mezzo alla foresta, Kloster Eberbach. Abbandonato dai monaci da secoli, il monastero è perfettamente conservato nelle sue enormi stanze, che erano capaci di ospitare più di mille monaci. Le cantine conservano una collezione di antichi torchi e botti intarsiate, vuote ma decisamente affascinanti. Il vino si produce poco prima, in una modernissima cantina affacciata sullo Steinberg. Come a Joannisbergh, fama e storia possono a volte rappresentare il principale motivo per acquistare anche le bottiglie più modeste. Nondimeno, le selezioni da singoli vigneto sono eccellenti e nel monastero è presente un’enoteca con una interessante scelta di etichette tedesche.

Kiedricch è l’ultimo paese viticolo famoso, la ragione sta sia nei suoi diversi vigenti di prima classe, che nell’essere la sede della tenuta Robert Weil, una cantina di altissimo livello, ora è di proprietà straniera ma gestita ancora dalla famiglia, che primeggia per i vini dolci di straordinaria complessità e con un prezzo ragionevole. I vini secchi sono altrettanto interessanti, floreali e speziati, da molti ritenuti i migliori dell’intera regione.

Tenuta Robert Weil

Arrivati a Wiesbaden i vigenti non terminano, anzi proprio all’estremità della città, i terreni contesi tra le viti e l’espansione residenziale, grazie a suoli profondi e in un clima mite regalano riesling ricchi e vibranti, dall’aromaticità rutilante, quasi terrosa. Il merito è del fiume Meno, affluente del Reno, e anch’esso capace di bagnare eccellenti vigneti… ma questo è un altro viaggio.

Wiesbaden

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