Si, come ci sono le verdure, i frutti e, in generale, i cibi di stagione, oggi vi proponiamo tre poesie di stagione. Non sono tre poesie famose, ma a noi sembrano molto significative. Non parlano di cibo, o perlomeno il cibo è presente solo in una di esse. Parlano però di convivialità e dello stare insieme, del freddo dell’inverno e del calore umano, cioè di cose che ci sembrano pertinenti in questo momento. Una è stata pubblicata da un piccolo editore, le altre due sono inedite e scritte da una persona non più nel fiore degli anni.
Buona lettura e buon Natale.
Valzerino
Siediti
mangia con me
resta
fino all’ultimo sorso
ed oltre
fino a mattina
e ci sarà colazione
pane latte uova
e ben altro
se resterai fino a pranzo
un vino frizzante e fresco
ai tortelli di zucca
ad un grasso bollito
alla zuppa inglese
e l’ottomana per un sonnellino
e due passi due
per una merenda
di fichi uva e melograni
asprigni e vivi
e succosi e tannici
come cos’altro
se non la cena
un brodo occhiuto
per due cappelletti
e la fetta di salame
sul tagliere
a spartire
siediti
mangia con me
resta
Pierluigi Tedeschi tratta da “Il Profilo delle Parole” (Baobab Edizioni, 2010)
![](https://www.pensardicibo.it/wp-content/uploads/2020/12/pexels-simon-matzinger-678036-1024x738.jpg)
Flusca
Forse questa parola
Non avrà l’approvazione
dell’accademia della crusca.
Ma mi sembra
la sola
che mostra esattamente
il lento andirivieni
dei fiocchi bianchi e radi
fra gente
infreddolita.
Ognuno par che badi
a camminare piano
a tendersi la mano
in un saluto lieve
lieve come la neve.
Franco Zoboletti, inedito
![](https://www.pensardicibo.it/wp-content/uploads/2020/12/pexels-freestocksorg-839462-1024x683.jpg)
A figli e nipoti
Non rimpiango le calde coperte.
L’abbagliante chiarore dei prati,
i rivoli ancora gelati,
il silenzio di strade deserte,
mi riportano ai tempi passati
di stagioni più autentiche e certe.
Ma purtroppo qualcosa mi avverte
che quei tempi non son ritornati.
Non ritrovi oramai sulla soglia
chi sorride spalando la neve;
chi gli auguri non fa controvoglia,
perché vuole, non sol perché deve.
Chi, se passi, ti offre un bicchiere
o ti invita a scaldarti le mani.
Ve lo dico con gran dispiacere
io non riesco a invidiarvi il domani.
Franco Zoboletti, inedito