Osteria Santo Stefano

Via Santo Stefano 22, Piacenza
Tel. 0523 327802
Chiuso domenica e lunedì – apertura mezzogiorno e sera

 

 


Recensione di Pierluigi Tedeschi
Se vi trovate in questo luogo di confine tra Emilia, Lombardia e Piemonte, che è il territorio piacentino, abbiamo un luogo del cuore da consigliarvi caldamente: l’Osteria Santo Stefano, in pieno centro storico a Piacenza, a breve distanza da Piazza Cavalli. Un luogo davvero piacevole e accogliente, che da lunghi anni propone una cucina del territorio, sempre di ottima qualità e grande cura, a prezzi assolutamente corretti.

 

 


Il locale è organizzato su due sale contigue e un piccolo cortile interno, da godersi nel periodo estivo; l’arredamento è semplice e informale, ma confortevole. Alle spalle del bancone c’è un’ampia lavagna che illustra il menù del giorno, dove sono spesso presenti piatti della tradizione ligure, a dimostrare la presenza di influenze gastronomiche dalle regioni vicine. Ad accogliervi in
sala Davide, Amelia e il figlio Francesco, vi metteranno a vostro agio con un savoir faire d’altri tempi, ma al tempo stesso disinvolto.

 

 


L’antipasto per eccellenza consiste nel piatto di salumi, ovvero le note DOP coppa, salame e pancetta piacentini, serviti insieme a una gustosa e croccante giardiniera. Due opzioni alternative sono il “brandacujun”, stoccafisso mantecato secondo una ricetta ligure, oppure la carne di cavallo cruda e condita, che tra Parma e Piacenza è un vero oggetto di culto. Se siete almeno in tre potete ordinare come primo la bomba di riso, piatto di origine rinascimentale con ripieno di carne di piccione e funghi, raramente proposto nella ristorazione odierna. Un primo piatto cult della cucina povera piacentina è “pisarei e faso con le cotiche”, invece volendo rimanere nel solco della
tradizione più emiliana, i delicati “tortelli piacentini con la coda”.

 

 

I secondi piatti prevedono, tra le altre cose, alcune chicche realizzate col quinto quarto: cervella fritte, testa di maiale e trippa con i ceci. Se non si è amanti del genere, si può optare per “anatra al forno”, oppure “cappon magro” o, infine, un sorprendente “midollo e fassona”.  Ottimi tutti i dolci, ma il nostro consiglio è di provare lo zabaione con la sbrisolona. La carta dei vini, infine, si caratterizza una buona selezione di etichette del territorio, con ricarichi corretti.

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